La viabilità storica sul territorio del PLIS Zoc del Peric
Un numero elevato di strade del passato con tracce di pavimentazione a rizada lombarda (realizzata con ciottoli di fiume disposti su un letto di sabbia o di malta), dirette in ogni direzione, solcano l’intero PLIS: questa presenza viaria antica così fitta tradisce un passato molto trafficato. Dalla Val Francia (da franca, cioè esente da dazio), ad esempio, partivano strade larghe e acciottolate con cui si potevano raggiungere Erba, Como, Milano e le zone d‘oltre Lambro. Anche l’analisi di antichi documenti e la lettura di mappe ingiallite confermano che queste lande furono uno snodo stradale movimentato su cui transitarono per secoli persone e merci, almeno fino alla metà del XIX secolo.
Documenti medievali menzionano una strada maestra chiamata Strata Lata che transitava in Valsorda ed in Val Francia collegando Milano con Incino, nucleo storico dell’attuale cittadina di Erba. La stessa strada nel corso del tempo assunse diversi nomi come Strada Milanesa o de Niguarda oltre che La Valassina. Questa strada sbucava dal Pilastrello di Arosio, passava di fianco al Lazzaretto di Cremnago e proseguiva passando sotto la torre di Monbreto (o Mombretto, località ora scomparsa), che sovrastava la frazione di Fabbrica Durini, da cui tra l’altro proviene il cognome Mambretti. La torre, o meglio la torazia, di Monbreto fu probabilmente demolita a metà del XVI secolo, insieme ad altre torri di segnalazione per non dare rifugio a briganti o bande di soldati di ventura, come quella del Gian Giacomo Medici detto il Medeghino che dal castello di Monguzzo imperversò nella zona. La nostra strada proseguiva poi per Anzano, Alserio ed infine Erba. Questo tracciato per Erba aveva il vantaggio di essere percorribile tutto l’anno e di non dover guadare il Lambro. La variante, relativamente più recente ed ora utilizzata, che tocca Arosio, Inverigo, Lurago d’Erba e Merone, si iniziò a percorrerla dopo che il Lambro fu attraversabile stabilmente in località Ponte Nuovo a Merone.
Il nostro tracciato antico che attraversava il PLIS aveva un letto profondo e ampio (lectum profundum et latum) con argini in pietra viva (argines lapidum vivorum); significativi brani del tracciato sono tuttora visibili e percorribili (vedi la foto).
In un punto non precisato della Valsorda o della Val Francia, i documenti medievali aggiungono che dalla direzione sud-nord della strata Lata, si staccava la strada che raggiungeva Como. Ciò fa supporre che nell‘area, oltre alla strata Lata, passasse un’altra importante arteria viaria, denominata Antica Via Longa, che collegava Como con Aquileia, passando per località poste a sud dei laghi briantei come Alzate, Inverigo, Lurago, Nibionno, Brivio (dove attraversava l’Adda), Bergamo e Brescia. La frequentazione di quest‘asse viario incominciò a scemare dopo che Como perse la guerra decennale (1118-1127) con Milano, verso cui furono in seguito dirottati i cospicui traffici da Venezia. Da allora si perse memoria dell‘Antica Via Longa; permangono le sue tracce nei documenti medievali e sul terreno.
Queste antiche strade maestre incrociavano le zone industriali ante litteram delle fornaci di antichissima attività, segnalate da mappe di inizio ‘800 come Fornace Perego e Fornace Durini, collocate in prossimità della zona umida dello Zoc del Peric.
Non è da escludere che la strata Lata sia stata una strada consolare romana (tra l’altro il toponimo Pilastrello evoca la presenza di un miliario romano), costruita o consolidata quando Milano fu sede imperiale dell’Impero romano d’Occidente fra il 286 al 402 d.C; rimase in uso fino al 1820 circa, quando il tracciato dell’attuale ‘via Valsorda’, che attraversa la valle e prosegue per il Mirovano, fu progettata e costruita dall’Amministrazione austriaca, ritornata a governare la Lombardia dopo la parentesi napoleonica. Da quel momento le nostre strade antiche furono declassate e dimenticate: fu una fortuna perchè ancora oggi possiamo percorrerle come secoli fa.